Cosa succede se l’esame citologico è positivo?
L’esame citologico delle urine è uno strumento diagnostico fondamentale per individuare la presenza di cellule anomale o tumorali nelle vie urinarie, in particolare nella vescica. Ma cosa significa davvero un risultato positivo? E quali sono i passaggi successivi?
Cos’è l’esame citologico urinario?
È un esame di laboratorio che analizza un campione di urina per rilevare la presenza di cellule uroteliali atipiche o cancerose. Viene spesso richiesto in presenza di:
• Sangue nelle urine (ematuria)
• Recidiva sospetta di tumore vescicale
• Controlli post-operatori
• Sangue nelle urine (ematuria)
• Recidiva sospetta di tumore vescicale
• Controlli post-operatori
Quando si considera “positivo”?
L’esame si definisce positivo quando vengono identificate cellule sospette o francamente tumorali. Questo può indicare:
• La presenza di un tumore in fase iniziale o avanzata
• Una recidiva di un tumore già trattato
• Talvolta, anche una lesione benigna ma con caratteristiche atipiche (raro)
• La presenza di un tumore in fase iniziale o avanzata
• Una recidiva di un tumore già trattato
• Talvolta, anche una lesione benigna ma con caratteristiche atipiche (raro)
Cosa succede dopo un risultato positivo?
Un referto positivo richiede accertamenti immediati, tra cui:
1. Cistoscopia: esame endoscopico della vescica per visualizzare direttamente eventuali lesioni.
2. Biopsia: prelievo di tessuto sospetto per la conferma istologica.
3. Esami di imaging: come ecografia, TAC o risonanza magnetica per valutare l’estensione.
4. Test molecolari aggiuntivi: come la FISH (Fluorescence In Situ Hybridization), per rilevare alterazioni cromosomiche legate al tumore.
1. Cistoscopia: esame endoscopico della vescica per visualizzare direttamente eventuali lesioni.
2. Biopsia: prelievo di tessuto sospetto per la conferma istologica.
3. Esami di imaging: come ecografia, TAC o risonanza magnetica per valutare l’estensione.
4. Test molecolari aggiuntivi: come la FISH (Fluorescence In Situ Hybridization), per rilevare alterazioni cromosomiche legate al tumore.
E se il test è positivo ma la cistoscopia è negativa?
In questi casi, il paziente viene monitorato più da vicino, perché potrebbe trattarsi di:
• Lesioni piccolissime non visibili al momento
• Segnale precoce di recidiva
• Falso positivo (più raro)
Il follow-up può includere:
• Ripetizione dell’esame citologico
• Nuova cistoscopia dopo qualche mese
• Eventuale test FISH di supporto
• Lesioni piccolissime non visibili al momento
• Segnale precoce di recidiva
• Falso positivo (più raro)
Il follow-up può includere:
• Ripetizione dell’esame citologico
• Nuova cistoscopia dopo qualche mese
• Eventuale test FISH di supporto
Conclusione:
Un esame citologico positivo non è una condanna, ma un campanello d’allarme che consente di agire tempestivamente. È importante seguire i controlli indicati dallo specialista e completare il percorso diagnostico per definire al meglio la situazione.
Fonte: “Esame citologico delle urine” – https://www.santagostino.it/it/santagostinopedia/esame-citologico-urine